Papè Satàn, papè Satàn, a’ Beppe!
Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l’aere Cinque Stelle:
di perder chi l’avrebbe detto mai?
Orben, qui sì n’ascolto delle belle
venti percent’e più non è sconfitta:
fé meglio assai pur dell’ex pidielle
Per di democrazia la strada dritta
ognun tiene’l diritto ben d’andarne:
così fé chi del tempo n’approfitta.
Tal è giusto che ponga a presentarne
ognun d’essi con pace e in gran letizia;
starà a noi poi dai fatti, giudicarne.
Purché non sol d’affari e d’amicizia
s’intoni dell’Europa il canto al voto;
tributo sia agli onesti e alla giustizia.
Papè Satàn, papè Satàn, a’ Beppe!
Ti giuro, non comprendo come possa
un ventidue percento esser confuso
con una buona e sana rotta d’ossa
È ‘l metro dell’Italia a far refuso
o sol è moda andar contro quei tutti
che del liber pensier fan largo abuso ?
Sarà ch’al tempo mio di quei costrutti
non v’era rimarcanza: imperatore
mettea d’accordo buoni e farabutti
Ahi, quanto a dir qual era è gran dolore !
Votar non si poteva al tempo nostro;
goder sappiate, di quest’alto onore !
Ché di matita effimero l’inchiostro
permette a voi moderni d’assegnare
le luci e l’ombre de lo tempo vostro.
Pubblicato il 26 Maggio 2014, in Politica (Inferno) con tag Alighieri, Beppe, Casaleggio, Cinque Stelle, Dante, Divina Commedia, elezioni, endecasillabi, europee, Grillo, inferno, Papè Satan, Renzi, rime, risultati. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 4 commenti.
Col maestro non son tutto d’accordo:
l’esito mostra che quei modi usati
li hanno condotti su un sentier balordo
e che logorerà i pentastellati.
E aggiungi quanto Grillo ha sempre detto:
«Gente, stravinceremo e senza alleati!»
Dal realizzarsi è lungi tal verdetto!
Non colpa va trovata ai modi usati
ché rabbia v’è dovunque in quest’Italia
ma sol al voto di quei pensionati
ch’ai lor nipoti che fan lor da balia
futuro non progettan e lor voto
va sempre a chi di più lor mente ammalia.
Sai tu quant’altro a questo io denoto ?
Quel ventidue percento senz’allianze
è più d’una vittoria: è un terremoto.
Scusa se la mia risposta è un po’ tardiva,
ma ebbi una serie di beghe infernale.
(In più la rima, ahimè!, non mi veniva…)
La posizione tua non è banale,
ma anche il ricciuto ammalia (ed ha ammaliato)
eppur ammette che gli è andata male.
Voglio ora argomentar partendo ab ovo.
Era il duemilatredici e ho votato
per Beppe Grillo, simbolo del nuovo.
Egli promise avrebbe appoggiato
qualsiasi atto di senno non digiuno
ma all’impasse il Paese ha condannato.
Poi proferì solenne: “Uno vale uno”!
Ma, a giudicar dalle sue purghe odierne,
aggiunse: “Come me non c’è nessuno”.
Volle scioglier così le beghe interne,
e ormai nel gruppo sono omologati
nel cogitar e in quanto ne concerne.
Che poi siamo nel giusto tutti irati
non vo negar, ma d’un far sì oltranzista
io ed altri ancora siam preoccupati
di una futura deriva estremista:
e il timor par fondato: hai visto Beppe
e il Blitz con l’anglo ultra-nazionalista?
Tremo, oh savio gentil che tutto seppe…
Non sono del PD un ammiratore
ma non regalerò certo il mio voto
a chi lo tiene nel congelatore