Per sceglier i novelli Senatori
Napolitano ha chiesto a Berlusconi:
“Chi dall’Italia butteresti fuori?”
Liberamente riadattata dalla poesia “I due fanciulli” di Giovanni Pascoli
In quel di Roma, ai garruli trastulli
erano intenti, nella pace d’oro
lassù a Palazzo Chigi, i due fanciulli.
Nel gioco, serio al pari d’un lavoro,
corsero a un tratto, tra i drappi vermigli,
tra lor parole grandi più di loro.
Guardò Matteo negli occhi, due cipigli
non più veduti, ed Angelino, esangue,
trovò le palle e sfoderò gli artigli,
e in cuore un’acre bramosia di sangue:
ancor rivali, altro che fratelli!
d’Italia la riforma intanto langue
E tu, Re Giorgio (a cui non più i capelli
far perder non si puote), intervenivi
su loro, e li staccavi, i lioncelli,
«Al lavoro!» intimasti «ora, cattivi!»
Dopo la punizion, Napolitano,
tornò da loro, ed esplorò col lume
tremante un po’ dalla vegliarda mano.
Guardò sospeso; e buoni oltre il costume
li vide cooperar, quasi a braccetto
con le lor bianche aluccie senza piume;
Pensò, di sè entusiasta: «ora è perfetto!»
Silvio, i’ vorrei che tu e Napo ed io
pensassimo a rifare il Parlamento,
per dar vita a un Governo ch’a ogni vento
per sempre andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, all’accrescer dell’affiatamento,
di stare insieme crescesse ‘l disio.
E Mastro Alfano e Mastro Grillo poi
che insieme di percento han quasi trenta
ci riconosceranno il lor favore:
Orsù, mettiam da parte odio e livore,
vedrai che ogni fazion sarà contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi
Per sceglier i novelli Senatori
Napolitano ha chiesto a Berlusconi:
“Chi dall’Italia butteresti fuori?”
Di @Strabene
Nell’Ottocento, sito di rivolta
per dieci giorni in lotta all’oppressore.
Tempo trascorse prima che fu accolta
da Garibaldi l’urla di dolore,
fino in Sicilia alimentò gran ressa,
l’Italia intera apprezzò il suo valore.
Vent’anni e più e la musica e la stessa:
ai giudici volge l’urlo il Caimano,
lo fa dalla città della Leonessa.
Suo piagnisteo l’è degno d’un villano,
un’invettiva par, più che un comizio
da riferir al popolo sovrano.
D’urlar al golpe ei non ha perso il vizio.
Ma ciò a cui ahimè abbiam fatto il callo:
l’assenso tacito quirinalizio.
Timor del Colle è che si crei uno stallo
gli andasse male ‘l verdetto su Ruby:
il piano suo degno d’uno sciacallo.
L’accusa ch’oltre a danzare sui cubi,
fu trascinato dal vizio carnale
d’una vicenda, in cui son più le nubi;
suggello n’è la marcia sulle scale
dinanzi le porte della Procura:
come scordar tal facce da maiale?
Brescia a soqquadro, attimi di paura
la polizia in tenuta antisommossa
scorta Brunetta, il cui piede ha premura
di distanziar chi ha in man bandiera rossa
e intona il coro: “Silvio, vai in galera”
castigo per chi ha spartito le ossa
d’Italia, è questa la macchia più nera
altro che le donzelle nei festini!
Chi attende un suo: “Mi pento”, aspetta e spera
Non resta che tifar la Bocassini:
a fronte della condanna richiesta
la Corte la sanzione gli combini.
Se così fosse immagino la festa:
tutto il paese in coda a caroselli
col comandante Beppe Grillo in testa.
Arduo è fregare ‘l lupo pe’ gli agnelli:
se la sinistra è in mano dei D’Alema
non può manco l’autore del Cencelli.
Lungi da me portarvi fuori tema,
del PD note le contraddizioni,
or non è tempo di pensa’ ‘l problema.
Il monito de “l’abbassare i toni”
appare già come pura utopia;
mi spiace Giorgio: c’hai rotto i maroni!
Il ministero della polizia
affidi a chi lì a Brescia è primo attore
dì tal bordello: ma che fetenzia!
“Bambini, tutti in piedi, entra il Maestro!
Rispetto e disciplina son richiesti
chi parla o ride, al volo defenestro!”
‘Sti alunni son talmente delle pesti
che se non li rimetto tutti in riga
per non far nulla inventano pretesti
Il bullo della classe, Silvio, inziga
gli altri compagni a litigar tra loro
e invece di studiar pensa alla f**a
Mario, il secchione, è un gran ragazzo d’oro
ma sbaglia sempre il test di fine anno
ed alle ortiche butta il suo lavoro
Tenere a bada Beppe è un vero affanno:
con internet cazzeggia, oppur protesta
è in aula per scaldar solo il suo scranno
Una lavata già feci di testa
a Pigi: nominato capoclasse
s’è fatto dai compagni far la festa
Allora per uscire dall’empasse
ho nominato Enrico, e ho minacciato
la sospension per chi lo ostacolasse
Capite perchè son così abbacchiato:
son tutti dei monelli lavativi
capaci solo di sprecare fiato
Non è mai colpa loro, sono attivi
soltanto a scaricar le conseguenze
su qualcun altro di fatti lesivi
Ma in fondo son bambini, e le carenze
crescendo certo vengon compensate
D’Italia essi saran delle eccellenze!
(Madonna se ne ho scritte, di ca**ate…)
Udite! Notizion delle ultim’ore:
tra il toto nomi spunta all’improvviso
Rocco Siffredi, il noto porno-attore
E’ una provocazion che desta il riso
ma coi Parlamentar messo a raffronto
dal popolo sarebbe meno inviso
Facendo dei centimetri un tal conto
ogni italiano gli tributerebbe
la superiorità senza confronto
Le donne più felici egli farebbe
non solo le igieniste e le veline
ma pure Rosy Bindi ne godrebbe
Potrebbe fare la pensata fine:
legalizzare la prostituzione
che tolga i conti pubblici da spine
Si sbloccherà con lui la situazione:
saranno lunghe intese anzichè larghe.
Vuoi mettere? C’è più soddisfazione!
Di Starrynight via Spinoza
Io non credea davver che in questi giorni
potesse venir fuor sì tanto dramma
di cui m’appresto a definir contorni.
Si può iniziar dal bersanian programma
che messo a fronte alle consultazioni
si porta a casa un solo motto: “Smamma!”
col risultato che a nuove elezioni
lo popolo italian sarà chiamato,
Lombardi e Crimi a fare da buffoni.
L’animo mio di certo è sì provato
per la scomparsa di quel menestrello
che al cuore di Milano avea cantato.
Ho visto un re ed ho visto il suo castello
fatto di note lievi e di poesia
che il sentimento avea reso più bello.
E ‘l giorno dopo pria che notte stia
un altro gran poeta ci abbandona
polvere è stato ed or polvere sia.
Non resta ch’aspettar notizia bona
sì come il sol fa splendere i suoi raggi
la voce di Napolitan risuona
“Affido ‘sto paese a dieci saggi
ch’alfin del senno trovino la via
non c’è di meglio se guardo i paraggi”
Che brutta fine povr’Italia mia!
Ma porco vien da dir di questo mondo!
Invece delle prugne e il semolino,
normali per chi è quasi moribondo,
mi tocca dell’Italia far destino!
Se in tre l’elettorato si è diviso
formar Governo è invero un gran casino.
Il Grillo ha trionfato d’improvviso
portando via al PD vittoria certa
sì che Bersani a tutti è ormai un inviso.
O Clio, mi porti tu l’altra coperta?
Pierluigi implora i Cinquestelle invano
mentre il Berlusca insiste con l’offerta
e Capezzone? Beh, lui lecca l’ano.
Così mentre il mercato cola a picco,
il salvator son io, Napolitano,
mentre mio posto vuole l’uomo ricco.
Se esiste veramente quel Signore
una proposta in testa ora gli ficco:
“Buon Dio, oh tu che sei benefattore,
deh lasciami tornar al mio giaciglio
per riposare nelle mie ultim’ore.
Faresti il Presidente del Consiglio?”
Scritto con Purtroppo per il LoLington Post
Purtroppo si rivolge a Dante Sommo Poeta, cercando un pensiero illuminante.
Chi mettere al Quirinale? Chi può rappresentare tutti gli italiani in questo periodo di cambiamenti e di malcontenti?
Ne nasce una tenzone, un litigio che i due autori finiscono per combattere a colpi di sonetto.
Io mi rivolgo a te, che su o ogni cosa
conosci delle genti umane il corso
ti chiedo di venire a noi in soccorso
e di spiegarmi in rime rette o in prosa
Andiamo a nominare un Presidente
di questa nostra patria senza eguale
chi può infilar l’italico stivale
senza che sia per noi cosa dolente?
Io avanzo qualche nome per il Colle,
ma tu, aggiungi i tuoi, se ciò ti garba.
Io in cima metterei un uomo saggio
Vorrei che un Michele Serra arguto saggio
Oppure un cantautore con la barba.
O donne! Non militanti e pappemolle.
Risponde Dante Sommo Poeta. Ventilando ipotesi, bocciandone alcune e avanzandone altre.
Purtroppo, caro amico mio diletto
cosa ti suggerisce il tuo cervello?
Di certo non può essere un pivello
seppur è un’utopia che sia perfetto
Michele Serra, dici? Stai scherzando!
Da sempre coi politici è impietoso
Lo vedi, tu, discuter con Barroso
trattar del fiscal compact il rimando?
Il cantautor barbuto è l’altra scelta?
Di barba ne ha abbastanza il genovese
con il suo ipertricotico santone
Di donne ce ne sono alcune buone…
Peccato che tra quelle in campo scese
ne veda poche dalla mente svelta
Ne nasce un diverbio. Purtroppo si mostra permaloso e chiuso al confronto. Risponde con un altro sonetto dai toni ostili e intolleranti.
Mio Dante in questo caso mi deludi.
Tu anche segui il genovese pazzo
pensando che sia lui a guidar l’andazzo
di usare frasi da bestia e toni rudi
Invece noi dobbiamo alzar gli scudi
e alzar la voce fino a che panoazzo
dirò il mio basta ai chi pesca nel mazzo
dei partintini a fiamme, stelle e scudi.
Io voglio un uomo attento ma normale
Un Gino Strada; un Alex Zanotelli
Un Piero Angela che sappia di cultura
Tu sembri rassegnato e senza cura
uso a frequentatori di bordelli.
E leggi questo mio grido per banale.
Anche Dante infine sbotta. Continua la discussione, senza risparmiare sferzanti risposte al suo incauto interlocutore.
Bordelli a me?!? che intero ho dedicato
della Commedia un Cantico a Beatrice?
Giammai pagai nessuna meretrice!
Ti sbagli con il Nano Mascarato!
Io penso che ci voglia un uomo forte
che colto sia, ma un poco autoritario
Potrebbe somigliare a Monti Mario
ma con più verve, le gote meno smorte
Potremmo candidare Baudo Pippo
che incanta ancor milioni di persone
con spirito, ma sempre con gran stile
Oppure Celentano, mai scurrile
predicatore a mezzo di canzone
con tante pause, ma senza un inghippo
La tenzone si chiude con una fumata nera. Speriamo che Napolitano sia in grado di fare di meglio…
Napolitano non ci ha messo molto:
d’impaccio Nosferatu ha sollevato
di grazia la richiesta ha presto accolto
Stupisce che a difender l’imputato
sia Ignazio, forcaiol sostenitore
di chi vorrebbe il web imbavagliato
Ma in fondo è un servo del suo vil signore;
del Quirinal la scelta da Pilato
è ciò che a dir il ver mi fa più orrore
La pena in un’ammenda ha commutato:
dalla sentenza ha preso la distanza
pur non smentendo chi lo condannato
Almen che da pagar fosse abbastanza
un monito, come gli Americani
che multan coi milioni l’arroganza
Macchè! secondo i canoni nostrani
d’orecchie una tirata è sufficiente
due spiccioli che tieni tra le mani
Amici! una calunnia costa niente
più o men come ristrutturare il bagno
ma certo è molto più soddisfacente